I cantieri della Soprintendenza | Riduzione della vulnerabilità sismica e restauro della chiesa di San Pietro a Padova
La Soprintendenza svolge anche attività di tutela diretta sul patrimonio culturale, valutando lo stato di conservazione dei beni e l’opportunità di programmare una serie di interventi tramite l’ausilio di fondi ministeriali. Qui un approfondimento sull’intervento di verifica e prevenzione del rischio sismico, riduzione della vulnerabilità sismica e restauro della chiesa di San Pietro a Padova.
Data:
12 Settembre 2023
Localizzazione
Padova, via San Pietro 125
Edificio
Chiesa di San Pietro apostolo
Proprietà
Parrocchia della Cattedrale (Diocesi di Padova)
Fonte di finanziamento
Legge 11 dicembre 2016, n. 232, art. 1, comma 140
Importo
€ 600.000 (2022)
Relazione storico-artistica
Le origini del complesso di San Pietro sembrano risalire all’età tardo-antica e coincidere con quelle di cappella del palatium del fisco imperiale. Divenuta in seguito abbazia di giurisdizione regia, nel 1026 il vescovo Orso vi instaura un monastero di monache benedettine, le quali in forza dell’origi- nario ruolo attribuito, si fregiano del titolo di “canonichesse”. Dagli inizi del ‘400 è documentata la presenza di una “ecclesia magna” e una “ecclesia parva” (la “giesiola”): la prima era la chiesa mo- nastica comunicante con la clausura e riservata alle benedettine, mentre la seconda era la chiesa par- rocchiale, dotata di fonte battesimale e officiata dal clero secolare che risiedeva nella casa contigua. La “giesiola” era intitolata a San Giovanni Evangelista ed era sede della Confraternita del Corpo di Cristo. Le fonti edite citano diverse campagne di intervento tra il XV e il XVI secolo (1424; 1480; 1544-1548; 1583-1584), che sostanzialmente hanno portato all’assetto architettonico attuale, ossia a una chiesa a navata unica con cappelle laterali indipendenti e facciata rinascimentale, impostata su un portico.
Nel 1652 viene costruito l’altare maggiore grazie alla donazione del giurista Giovanni Cefalo Ferra- rese, mentre è del 1765 la definizione della cappella fatta a modello della Santa Casa di Loreto. A seguito delle soppressioni napoleoniche, nel 1806 le monache di San Pietro accolgono le fuoriuscite dal monastero San Prosdocimo e nell’occasione viene portata la salma della Beata Eustochio, collo- cata nella cappella allora intitolata al Rosario.
La suddetta cappella viene ampliata e affrescata annettendo il capitolo delle monache nell’ambito degli interventi voluti nel 1830 dall’arciprete Vincenzo Scarpa, i quali modificano significativamente l’aspetto dell’edificio sacro, comportando il rifacimento completo degli altari e l’esecuzione di una nuova campagna decorativa dal gusto accademico.
Tra le opere più significative, si ricordano in particolare il quattrocentesco Compianto su Cristo morto in terracotta policroma, la pala d’altare a olio su tela di Jacopo Palma il Giovane con la Con- versione di San Paolo del 1604, e la decorazione absidale a tempera su muro di Giovanni Vianello, datata al 1899 dagli studi.
Schede Catalogo Generale Beni Culturali
https://www.catalogo.beniculturali.it/CulturalInstituteOrSite/1470188988266
Progetto
Verifica e prevenzione del rischio sismico, riduzione della vulnerabilità sismica e restauro.
Il progetto per il miglioramento sismico della chiesa di San Pietro – elaborato dallo Studi R&S Engineering per la parte architettonica e RS ingegneria per quella strutturale – muove dall’assunto che un adeguato percorso di conoscenza della costruzione storica rappresenti la condizione fondamentale sia ai fini di un’attendibile valutazione della sicurezza sismica attuale, sia per la scelta di un efficace intervento di miglioramento sismico, volto a conservare non soltanto la materia ma anche l’identità strutturale della preesistenza. Una tale impostazione si è tradotta nella identificazione di più fasi progettuali, corrispondenti poi a distinti livelli di approfondimento conoscitivo e di intervento: la prima è consistita nella stesura di un rilievo accurato di tutto il complesso e nell’esecuzione di quelle indagini conoscitive necessarie a caratterizzare il bene nelle sue diverse parti e a individuare le situazioni di maggior criticità sia a livello statico che dinamico. La seconda fase ha invece riguardato le valutazioni di rischio LV2/LV3 su quei macroelementi o parti della costruzione in condizioni di maggiore criticità, su base sia qualitativa che, soprattutto, quantitativa cui è seguito lo sviluppo dell’intervento di contrasto a scala definitiva ed esecutiva. Quest’ultimo si è concentrato sulla porzione di copertura corrispondente alla zona del presbiterio e all’abside: le capriate esistenti, infatti, oltre ad essere caratterizzate da un degrado diffuso delle teste, presentano ulteriori problematiche di ordine strutturale che sostanzialmente hanno determinato un significativo quadro fessurativo delle volte e delle strutture murarie verticali sottostanti. La soluzione avanzata interviene su questi aspetti e oltre a prevedere riparazioni localizzate in caso di marcescenza del legno, mira a risolvere quelle condizioni di dissesto dovute all’appoggio diretto delle capriate sulle volte, intervenendo sulla geometria delle strutture lignee e consolidando l’estradosso delle suddette strutture murarie. Infine, per quanto attiene il miglioramento sismico, sull’intera struttura di copertura della chiesa, si prevedono controventamenti orizzontali in barre metalliche, cui si aggiunge un sistema di puntoni a collegamento trasversale della sequenza di capriate in corrispondenza dei nodi.
Ultimo aggiornamento
12 Settembre 2023, 10:47