Valentino Panciera Besarel (1829-1902). Dall’archivio al territorio

Il fondo archivistico del celebre scultore Valentino Panciera Besarel è stato di recente sottoposto a nuovi studi e approfondimenti per attualizzare l’ingente ed eterogenea documentazione e renderla fruibile al pubblico, in maniera tale da creare un legame vivo tra le fonti storiche e le opere d’arte dell’artista, ancora presenti nel territorio bellunese.

Data:
25 Giugno 2021

Valentino Panciera Besarel (1829-1902). Dall’archivio al territorio



Il fondo archivistico del celebre scultore Valentino Panciera Besarel è stato di recente sottoposto a nuovi studi e approfondimenti per attualizzare l’ingente ed eterogenea documentazione e renderla fruibile al pubblico, in maniera tale da creare un legame vivo tra le fonti storiche e le opere d’arte dell’artista, ancora presenti nel territorio bellunese.

Il patrimonio archivistico originario, formato da carteggi, fotografie, disegni, appunti e lettere autografe, è pervenuto alla “Fondazione Angelini Centro Studi sulla Montagna” che lo detiene in quanto lo stesso Giovanni Angelini – da cui trae origine l’omonima Fondazione – ne entra in possesso tramite la madre Caterina (1867-1947), figlia dello scultore e a sua volta sua stretta collaboratrice nell’atelier veneziano di famiglia.

La documentazione rappresenta una fonte inesauribile di notizie, racconti e intrecci che permettono di ricostruire uno spaccato di storia della società durante la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, con approfondimenti sulle committenze dell’autore, sulla sua produzione, sui viaggi e sulle vicende legate alle esposizioni universali d’arte alle quali ebbe modo di partecipare con le sue opere.

Al fine di valorizzare l’archivio, la Fondazione ha dato vita a una WebApp che prevede per l’utenza un percorso virtuale e interattivo con il territorio bellunese, facendo interagire in tal modo il materiale documentario con le sculture lignee e i monumenti di Valentino, attraverso una serie di approfondimenti ai quali hanno collaborato in sinergia la Scuola di Restauro del Centro Consorzi di Sedico, il Comune e i Musei Civici di Belluno, la Magnifica Comunità di Cadore, l’Archivio di Stato di Belluno e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e del Trentino Alto Adige. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cariverona e della Regione Veneto.

A partire dal 26 giugno fino al 31 agosto 2021 sarà inoltre possibile ammirare dal vivo una selezione di tali documenti, esposti nell’occasione presso le sale del Museo Civico di Palazzo Fulcis a Belluno (fig. 1), con l’allestimento di disegni, carteggi e fotografie dell’archivio Besarel (figg. 2-6, su concessione della Fondazione Giovanni Angelini), per lo più legate all’attività dell’atelier veneziano dello scultore zoldano e ai suoi rapporti con Andrea Brustolon, di cui è considerato l’erede.

Sarà possibile scaricare l’app tramite il QR code presente nelle sale, e navigare tra gli approfondimenti sulle opere esposte al museo e in tutto il territorio della provincia. A testimonianza del rapporto tra i due autori, saranno eccezionalmente esposti anche alcuni disegni autografi di Brustolon, appartenenti alle raccolte del Museo Civico di Belluno


Ultimo aggiornamento

24 Giugno 2021, 16:16