GIORNO DELLA MEMORIA PADOVA | Il Tempio dell’Internato Ignoto e il Museo Nazionale dell’Internamento: per non dimenticare gli internati militari italiani nei lager nazisti

Più di 800.000 militari italiani vengono internati nei lager nazisti durante la seconda Guerra Mondiale, schedati e immatricolati. Un numero diventò il loro nome. Il Tempio e il Museo dell'Internamento ne mantengono viva la memoria e sono un monito per le generazioni future.

Data:
27 Gennaio 2022

GIORNO DELLA MEMORIA        PADOVA | Il Tempio dell’Internato Ignoto e il Museo Nazionale dell’Internamento: per non dimenticare gli internati militari italiani nei lager nazisti

Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000:
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria“, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, sì sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Anche noi oggi vogliamo ricordare un luogo, a Padova, che è memoria del dramma del Novecento, un secolo vessato da guerre, genocidi, atrocità di esseri umani morti nei campi di sterminio: è il Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto, che custodisce dal 1953 alcuni resti di quei militari che persero la vita nei lager nazisti durante la seconda Guerra Mondiale, l’annesso Museo Nazionale dell’Internamento nei lager e l’antistante Giardino dei Giusti del Mondo. Quest’ultimo in onore delle persone che si sono opposte ai genocidi del XX secolo, in particolare allo sterminio del Popolo Armeno, alla Shoah ebraica, ai genocidi del Ruanda e della Bosnia.
Luoghi che resistono al tempo per tenere viva la memoria e perchè non ci siano “Mai più reticolati nel mondo”.
Il Museo Nazionale dell’Internamento nei lager nazisti, inaugurato il 4 settembre 1955, è dedicato agli Internati Militari Italiani (I.M.I.), ossia ai militari italiani deportati dai tedeschi nei campi di concentramento dopo l’annuncio dell’avvenuto Armistizio con gli anglo – americani (8 settembre 1943). Lo scopo del Museo, gestito con molta cura e dedizione dall’Associazione Nazionale Ex Internati (ANEI) – Federazione di Padova, è quello di far conoscere alle nuove generazioni il dramma del sistema concentrazionario nazista durante la seconda Guerra Mondiale.
Nel Museo sono esposti documenti, diari scritti dagli internati, circa 400 disegni e dipinti originali realizzati dai militari, fotografie, bandiere, manufatti, indumenti originali provenienti dai lager e anche un modello di carro ferroviario per trasporto merci e bestiame utilizzato in Italia per la deportazione degli IMI. Ogni oggetto, raccolto da don Giovanni Fortin, al suo ritorno da Dachau, donato da ex intenati e dalle loro famiglie, racconta una storia personale e collettiva, che aiuta il visitatore a comprendere l’incubo vissuto: più di 800.000 militari italiani vengono inviati nei lager tedeschi, schedati e immatricolati. Un numero diventò il loro nome.
Vengono definiti Internati Militari Italiani (I.M.I.) e non viene loro riconosciuto lo status di prigionieri di guerra (condizione tutelata dalla Convenzione di Ginevra del 1929), in quanto ritenuti traditori da Hitler a causa dell’armistizio con gli anglo-americani concordato dal generale Badoglio.
Saranno soggetti all’arbitrio dei Tedeschi in condizioni di detenzione ai limiti della sopravvivenza e costretti al lavoro coatto (soprattutto militari di truppa), subendo il disprezzo dei carcerieri, sottoposti al loro arbitrio e spesso alla loro violenza spinta fino all’omicidio. Sarà loro offerto di tornare in Patria a condizione di aderire alla Repubblica Sociale Italiana o alle formazioni militari naziste, ma la stragrande maggioranza di essi (circa 650.000) sceglierà la fame, la fatica, le angherie e finanche la morte pur di non tradire la Patria collaborando con fascisti e tedeschi.
A ragione si può quindi parlare di un eroico e consapevole esempio di Resistenza senz’armi al nazi-fascismo da parte degli I.M.I.
Il rientro in Patria, alla fine della guerra nel 1945, fu una delusione cocente perchè nessuno si era accorto del loro sacrificio. Anzi dovettero giustificare la loro cattura e la loro permanenza nei lager. Era prevalso il cinismo delle ragioni della guerra e della politica.
Circa 50.000 morirono nei lager e tanti altri dopo il ritorno a casa per le conseguenze dell’internamento.

Insieme al Museo, il Tempio dell’Internato Ignoto, o chiesa parrocchiale San Gaetano da Thiene, è un luogo che rappresenta per l’Italia intera una preziosa testimonianza per la memoria futura, suggellata nel 1997 dal conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria, da parte del Presidente della Repubblica. Progettato nel 1939 come semplice chiesa parrocchiale, il Tempio venne ultimato dopo la guerra e ufficialmente dedicato all’Internato Ignoto, come Tempio Nazionale.
Voluto da don Giovanni Fortin, sacerdote uscito vivo dal campo di concentramento nel giugno del 1945, che desiderò, con tanti altri amici ex-internati, erigere il Tempio come ricordo delle vittime della deportazione.
L’Associazione ex Internati si adoperò per conservare nel Tempio una delle poche salme non cremate dai nazisti in fuga, perché rimanesse a monito delle violenze e delle stragi perpetuate nei campi di concentramento: essa fu prelevata da un cimitero della città tedesca di Colonia e in un primo tempo collocata sopra l’Altare della Patria a Roma, da dove, nel 1953, fu portata a Padova su un vagone speciale per poi essere tumulata nella tomba collocata nella cappella di sinistra del pronao antistante l’ingresso al Tempio. Il sarcofago è sormontato da una scultura in cotto denominata “Cristo morto” di Mirko Vucetich.
La presenza dell’Internato Ignoto e di altre tremila piccole lapidi con i resti di Militari italiani morti nei campi di concentrameto fa si che il Tempio, dal 2005, sia considerato dallo Stato Italiano come “Sacrario/Ossario Nazionale”.

La visita al Tempio e al Museo Nazionale dell’Internamento nei lager nazisti è un’esperienza molto “forte” per la crudeltà e la sofferenza di cui sono testimoni. Ricordare, imparare, non odiare: è il monito che ci lasciano.

Per maggiori informazioni e per visitare il Tempio e il Museo:
www.museodellinternamento.it

Ultimo aggiornamento

7 Febbraio 2022, 16:31