Nelle schede esplicative consultabili al link indicato, si potrà conoscere nel dettaglio tutta la documentazione richiesta e l'iter di invio dell'istanza.
Riprende tra giugno e luglio prossimi lo scavo in laboratorio delle sepolture prelevate sul campo nel 1990-1991 a Padova, tra via Tiepolo e via San Massimo, dove è venuta alla luce una necropoli preromana e romana.
E' risultato utile fornire alcuni elementi di approfondimento che possano facilitare l’utenza nella redazione del progetto relativamente a criteri di conoscenza della facciata e della sua consistenza materica, delle modalità di intervento e della documentazione necessaria ai fini dell’espletamento dell’istruttoria.
Una delle importanti attività istituzionali della Soprintendenza è il riconoscimento dei beni culturali mobili e immobili e la loro conseguente immissione nel regime di tutela, mediante una serie di iniziative e di procedimenti tecnico-amministrativi volti a conformare e regolare diritti e comportamenti inerenti a questi beni.
La mostra, aperta al pubblico dal 14 maggio al 25 settembre 2022, rende omaggio ad Antonio Canova e al suo storico legame con la città di Treviso nell’ambito delle celebrazioni attualmente in corso, coniugando il tema canoviano all’approfondimento scientifico dedicato alle raccolte d’arte del primitivo nucleo ottocentesco dei musei civici di Treviso,
Con la concessione del Ministero della Cultura e in stretto accordo con la Soprintendenza, gli archeologi di Ratisbona hanno collaborato sul campo con i colleghi dell’Università di Padova.
Dal 17 al 19 maggio 2022 i Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con Museo Gypsotheca Antonio Canova e Gallerie d'Italia, propongono 𝐈𝐥 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐨 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐧𝐨𝐯𝐚: convegno internazionale di studi per celebrare il genio di Antonio Canova a 200 anni dalla sua scomparsa.
Durante la fase iniziale della pulitura è emersa l’iscrizione a caratteri umanistici “Titianus pinxit MDXX” con la firma originale dell’artista e l’anno 1520, che ha permesso di datare per la prima volta con precisione l’opera nell’ambito della produzione pittorica dell’artista cadorino.
Il ponte a tre arcate, sepolto sotto il manto stradale all’incrocio tra Riviera Tito Livio, Riviera Ponti Romani e via San Francesco (con accesso da Piazza Antenore e da Riviera Tito Livio), è databile tra il 40 e il 30 a.C. e costituisce una delle testimonianze più significative della storia patavina.