I cantieri della Soprintendenza | Il castello Carrarese di Padova

La Soprintendenza svolge anche attività di tutela diretta sul patrimonio culturale, valutando lo stato di conservazione dei beni e l’opportunità di programmare una serie di interventi tramite l’ausilio di fondi ministeriali. Qui un approfondimento sui lavori di completamento e consolidamento strutturale nelle ali Nord e Est del Castello Carrarese di Padova.

Data:
7 Agosto 2023

I cantieri della Soprintendenza | Il castello Carrarese di Padova

Localizzazione

Padova, Piazza Castello 16

Edificio

Castello Carrarese

Proprietà

Comune di Padova

Fonte di finanziamento

Art. 1, comma 140 della Legge 11 dicembre 2016, n. 232

Importo

€ 600.000,00

Relazione storico-artistica

ll Castello rappresenta una delle testimonianze più rilevanti nella storia politica della città di Padova, espressione di una duplice vocazione: difensiva e di rappresentanza del potere.
Si accede da piazza Castello attraverso una porta affiancata da una torre merlata e da un rivellino in origine munito di ponte levatoio. Il settore nord verso la chiesa di San Tomaso Becket comprende i fabbricati delle celle di isolamento ottocentesche, l’obitorio, il cortile e un fabbricato risalente agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Il complesso si sviluppa intorno a una vasta corte, cui si accede da due sistemi di porte munite di rivellini, ponti levatoi e saracinesche: l’una, ad ovest, l’altra rivolta ad est, affiancata da una torre merlata, verso la città. L’ala settentrionale e quella occidentale si elevano per due piani, inglobando le mura di cinta medievali, e si affacciano sulla grande corte interna con un doppio loggiato del quale rimangono le vestigia modificate e sopraelevate dai successivi adattamenti e ricostruzioni.

Il Castello, eretto negli anni tra il 1374 e il 1378 dal Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara, fu adibito a dimora con eleganti logge – ora perdute- decorate con affreschi e ornamenti consoni alla residenza di un monarca.
La costruzione sorge in un luogo già fortificato nel secolo XI attorno a una torre (oggi nota come Torlonga o Specola); al tempo di Ezzelino III da Romano (1242) fu ampliata e dotata di una seconda torre, fino ad assumere le sembianze di una residenza vera e propria con l’avvento dei Carraresi.
Una delle sue più antiche rappresentazioni è visibile nella veduta della città di Padova affrescata da Giusto de’ Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi presso la Basilica di Sant’Antonio a Padova, specificamente nella scena raffigurante l’ Apparizione di Sant’Antonio al beato Luca Belludi: si tratta dell’edificio provvisto di mura rettilinee e di due torri dipinte a scacchi bianchi e rossi fino all’altezza dei coronamenti sommitali merlati.

A partire dal 1405, anno della caduta della signoria Carrarese in seguito alla dominazione veneziana, e dopo la costruzione della nuova cerchia muraria nel 1509, il Castello perse progressivamente rilevanza strategica, tanto da essere definito “Castelvecchio”, e col tempo lasciato in condizioni di degrado e abbandono.

Nel 1807 fu trasformato in casa di pena a opera dell’architetto Danieletti, con la conseguente perdita di identità del complesso difensivo, le cui strutture storiche saranno col tempo irreversibilmente modificate.

Interrato il fossato, la fisionomia del castello perde progressivamente il rapporto con la città anche a causa dell’aggiunta di corpi di fabbrica verso la piazza, che occultano il fronte sulla medesima, a partire dal fabbricato austriaco – ora sede del Dipartimento di Astronomia – e dalla seconda metà dell’Ottocento dall’aggregazione di volumi minori che inglobano il rivellino, la chiesa e le celle a nord. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento saranno edificati nell’area golenale sud ulteriori volumi per lavorazioni industriali che, successivamente, occuperanno con strutture precarie anche parte della corte interna.

La stratificazione dell’attuale complesso, esito di una lunga serie di trasformazioni, può essere pertanto sintetizzata ripercorrendo tre fasi fondamentali del suo vissuto: la costruzione di fine Trecento (1374-80), la trasformazione in casa di pena ai primi anni del XIX secolo, e i danni bellici nel corso del primo conflitto mondiale, che hanno dato avvio alle successive sequenze di trasformazioni strutturali e funzionali fino alla definitiva dismissione della funzione carceraria a seguito dell’incendio del 1989, che distrusse le coperture dell’ala sud adibita a opificio per il montaggio di biciclette.

Scheda Catalogo Generale Beni Culturali

https://www.catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0500348596A

Progetto

La destinazione museale del complesso è indicata a partire dal 1987, quando lo stesso risulta inserito nel progetto “Memorabilia”.
Dopo il primo rinvenimento dei cicli affrescati nella sala voltata della torre Est, avvenuto nel secondo dopoguerra, nel corso di un intervento di restauro eseguito sotto l’alta sorveglianza della ex Soprintendenza per i beni artistici e storici sono state rinvenute le decorazioni a fresco di un vano al piano terreno dell’ala Nord.

I lavori progettati e diretti dalla Soprintendenza negli anni 2006-2009 sono stati indirizzati alla ricostruzione delle coperture dell’intero complesso in consegna, in larga parte collassate, che si estendono per circa 4.500 metri quadrati (ad esclusione della ex chiesa dove il restauro della copertura e di parte degli intonaci, unitamente all’oneroso intervento di bonifica da inquinamento industriale, è stato curato dal Comune di Padova). È in quella occasione che sono state riportate alla luce le decorazioni a fresco di una cellula del primo piano dell’ala Nord e quelle dell’ala Est che, unitamente a quelle già note, formano il più vasto e significativo ciclo padovano trecentesco di committenza pubblica.

Con il successivo finanziamento ministeriale, risalente agli anni 2013-2014, la Soprintendenza ha dato avvio agli interventi di consolidamento e di adeguamento della portata dei solai agli standard previsti per la destinazione museale, che hanno interessato le strutture del ballatoio dell’ala nord, dei solai di primo e secondo livello e del relativo sistema strutturale di sostegno per circa due terzi della superficie complessiva.

Il progetto attuale riguarda il completamento della fase di consolidamento dei solai dell’ala Nord avviato nel 2013-2014, finalizzato a restituire al complesso l’assetto funzionale indicato dai programmi ministeriali, relativamente al procedimento di cessione del bene al Comune di Padova, ai sensi dell’art. 5 del Dlgs. 85/2010 (Federalismo Demaniale).

La destinazione museale, che prevede la realizzazione del Museo del Design del Novecento con l’esposizione della collezione Bortolussi è, del resto, l’obiettivo che il Comune di Padova persegue con il recente avvio dei lavori di restauro e rifunzionalizzazione dell’ala meridionale.
Il progetto riguarda il completamento dei consolidamenti dei solai dell’ala nord, mediante l’ausilio dei criteri e delle tecniche adottate nel precedente lotto di interventi.

Si procederà, pertanto, con la demolizione del solaio di terzo livello, non praticabile, per adeguare le altezze dei locali e mettere in luce il sistema di capriate della copertura. Seguiranno la posa della carpenteria metallica di supporto di parte del solai di primo livello e il completamento dei consolidamenti del solaio di terzo livello, della scala di accesso e dei parapetti di protezione per agevolare le visite guidate al complesso.

Per rendere praticabile il piano terreno in seguito allo scavo di abbassamento che ha messo in luce parte della pavimentazione originaria, la proposta progettuale prevede la realizzazione di una protezione dei livelli di scavo che possa testare la fattibilità tecnico-funzionale di una pavimentazione compatibile con i livelli originari, e che possa consentire, in attesa di una definitiva destinazione d’uso del complesso, la fruizione dei locali ove sono diffuse le testimonianze dei cicli pittorici trecenteschi.

Fase esecutiva

I lavori di completamento e consolidamento strutturale nelle ali Nord e Est sono in corso di esecuzione ad opera dell’impresa F.lli Marchetti S.r.l., con sede a Resana (TV). Il cantiere, avviato nel settembre del 2022, si concluderà nel luglio 2023. Le opere consistono, principalmente, nel rinforzo degli orizzontamenti del primo e del secondo impalcato delle ultime tre stanze dell’ala Nord, in continuità con quanto già realizzato nel 2015 in corrispondenza delle prime quattro campate, con l’obiettivo di adeguarne la portanza alla destinazione museale.

Dal punto di vista strutturale, l’intera ala è frutto di una complessiva ricostruzione resa necessaria a seguito delle distruzioni successive alla Prima Guerra Mondiale e portata a termine tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. La struttura si presenta come un’intelaiatura di travi di sezioni limitate e pilastri molto snelli, concepita a parziale sostituzione degli spiccati murari di impianto carrarese, laddove gli stessi risultavano perduti o demoliti.

Si tratta di una tecnologia di eccezionale innovazione in relazione all’epoca di costruzione (impego di calcestruzzi Hennibique e armature ‘lisce’ in acciaio), con cui l’intervento si è dovuto confrontare al fine di conservare non solo il dato materiale, ma anche la logica costruttiva e l’ardita resa estetica, muovendo nella direzione di coniugare le istanze di conservazione con le esigenze di certificazione e sicurezza dettate dalla futura destinazione d’uso.

Le opere sono principalmente consistite nel rinforzo delle travature in essere, mediante inserimento di nuove armature in affiancamento a quelle esistenti e aggiunta di lamine e fasciature in materiale composito. Un ulteriore miglioramento della portanza è stato ottenuto mediante l’inserimento di sistemi di rinforzi con funi post-tese e piastre di ancoraggio (in corrispondenza degli appoggi) e di deviazione (ancorate sugli intradossi). Tutti gli orizzontamenti, costituiti da solette molto sottili, sono stati rinforzati prevedendo la risarcitura delle soluzioni di continuità emerse a seguito della completa scarifica delle superfici e del getto di una cappa integrativa armata opportunamente collegata alle nervature integrative di ciascuna trave.

L’intervento persegue l’obiettivo di raggiungere la portata utile richiesta di 50 kN/mq, senza alterare le sezioni complessive e mantenendo sostanzialmente immutati non solo il comportamento complessivo del sistema statico, ma anche l’assetto percettivo delle strutture, così profondamente caratterizzante.

Per approfondire:

Giuseppe Lorenzoni, Il castello di Padova e le sue condizioni verso la fine del secolo decimottavo, Padova 1896 (ristampa anastatica Signum Edizioni, Padova 1983).
Ettore Bressan, Il castello di Padova, Treviso 1986.
I luoghi dei Carraresi, a cura di Davide Banzato e Francesca d’Arcais, Treviso 2006 (si rinvia ai saggi di Adriano Verdi, Antonio Draghi, Stefano Tuzzato e Anna Maria Spiazzi).

Stefano Tuzzato, Il castello di Padova. Archeologia e storia, in Castelli del Veneto tra archeologia e fonti scritte, atti del convegno a cura di Gian Pietro Brogiolo, Elisa Possenti, Mantova 2005, pp. 65-92.
Anna Maria Spiazzi, Il Castello carrarese. Per la storia delle decorazioni d’interni a Padova nella seconda metà del Trecento, in Dipinti e sculture del Trecento e Quattrocento restaurati in Veneto, a cura di A.M. Spiazzi e F. Magani, Treviso 2005, pp. 113-119.
Numero monografico della rivista “Padova e il suo territorio”, XXIV, fasc. 138, aprile 2009, dedicato al Castello (si rinvia, in particolare, agli articoli di Claudio Grandis, Edi Pezzetta, Stefano Tuzzato, Vittorio Dal Piaz e Luisa Pigatto).
Un castello per la signoria carrarese, un castello per la città. Arte di corte in un monumento in trasformazione, a cura di Giovanna Valenzano, Padova 2019 (si rinvia, in particolare, ai saggi di Edi Pezzetta, Monica Pregnolato e Luca Majoli).

Ultimo aggiornamento

7 Agosto 2023, 11:57