“Nani sulle spalle dei giganti”: la Soprintendenza racconta casi di archeologia urbana a Padova

Nani sulle spalle dei giganti. Casi di archeologia urbana a Padova si terrà mercoledì 6 aprile, alle ore 16,30, a Palazzo Folco, in via Aquileia a Padova, sede della Soprintendenza. Aprendo questo articolo, a fondo pagina, è disponbile la registrazione dell'incontro.

Data:
30 Marzo 2022

“Nani sulle spalle dei giganti”: la Soprintendenza racconta casi di archeologia urbana a Padova

Con l’incontro Nani sulle spalle dei giganti. Casi di archeologia urbana a Padova si apre il ciclo di conferenze “Tutta Padova ne parla”, organizzato dalla Soprintendenza con il patrocinio del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, con l’obiettivo di dare parola al patrimonio culturale e paesaggistico patavino tramite ricercatori, studiosi e personale del Ministero della Cultura e dell’Università.

Nani sulle spalle dei giganti. Casi di archeologia urbana a Padova si terrà mercoledì 6 aprile, alle ore 16,30, a Palazzo Folco, in via Aquileia a Padova, sede della Soprintendenza.

Introdurranno il dott. Fabrizio Magani, Soprintendente, e la prof.ssa Monica Salvadori, prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale – Università degli Studi di Padova e, a seguire, interverranno la d.ssa Elena Pettenò, funzionario archeologo della Soprintendenza e il dott. Michele de Michelis, archeologo, per illustrare particolari casi di archeologia urbana a Padova degli ultimi anni.
L’ingresso è gratuito, è necessaria la prenotazione scrivendo a sabap-ve-met.urp@beniculturali.it.
E’ necessario indossare la mascherina ed essere in possesso del green pass.

Scriveva Bernardo di Chartres che “noi siamo come nani sulle spalle dei giganti, così possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”.
Nel vivere quotidiano la città, talora passano inosservati anche quegli elementi monumentali che richiamano la storia passata e probabilmente si è ancora più inconsapevoli “come i nostri piedi poggiano su un suolo vivo di ricordi e di memorie”, per citare Massimo Campigli.

Padova, e non solo, è una città che vive sulle vestigia del proprio passato che in alcuni casi si conservano nel sottosuolo dall’antichità ad oggi, senza soluzione di continuità.
Indagini archeologiche recenti, condotte nel contesto urbano moderno che si imposta su quello dell’antico municipium, hanno permesso di verificare come lacerti delle varie fasi della città antica siano ancora ampiamente leggibili.
L’archeologia urbana, intervenire nel cuore della città, parte nella maggior parte dei casi dall’esigenza di modificare il tessuto urbano moderno: realizzazione di nuovi edifici, di garage interrati sono certamente un momento critico perché le esigenze dello sviluppo della città spesso devono fare i conti con una vera e propria stratificazione della medesima nel suo evolversi passato.

L’archeologia urbana si può dunque definire una ricerca archeologica globale in una città tuttora esistente e spesso si contraddistingue per interventi di emergenza nel momento in cui trasformazioni edilizie o urbanistiche comportano la distruzione di parte del deposito archeologico. Lo scavo stratigrafico è di per sé distruzione, ma il lavoro sul campo di professionisti consente di ricostruire storie ‘sepolte’.

E di queste storie di città che vivono, invisibili, nella città si cercherà di dare conto illustrando alcuni casi di interventi archeologici a Padova condotti nell’ultimo decennio, di per se stessi già interessanti, ma ancora più utili se messi a sistema per comprendere lo sviluppo e la storia di Patavium, centro di grande importanza nel passato, un ‘gigante’ sulle cui spalle idealmente ci muoviamo, più o meno consapevolmente, con occhio che talora riesce a vedere più lontano.

Qui la registrazione dell’incontro

Ultimo aggiornamento

11 Aprile 2022, 16:09