Padova (PD) – Ex Castello Carrarese
Restauro, consolidamento strutturale e recupero funzionale | 2003-2014
Data:
4 Agosto 2020
Il complesso architettonico del Castello Carrarese di Padova viene eretto a fine trecento da Francesco da Carrara, Signore di Padova, nel luogo già fortificato in epoca romana e comunale. Dopo quasi tre secoli di utilizzo secondario e quindi di abbandono corrispondenti al dominio veneziano, nel 1807 viene trasformato in Casa di Pena ad opera dell’architetto Danieletti. Come tale è pervenuto fino ai nostri giorni in una consistenza che è esito di tre fondamentali fasi della sua vita: la costruzione di fine trecento (1374-80), la trasformazione in Casa di Pena risalente ai primi anni del sec. XIX, i danni bellici nel corso del primo conflitto mondiale che hanno dato avvio alle successive sequenze di trasformazioni strutturali e funzionali con cui giunge alla definitiva dismissione della funzione carceraria dopo l’incendio del 1989 che distrugge le coperture dell’ala sud adibita ad opificio per il montaggio di biciclette.
Nel 1987, il complesso del Castello Carrarese è inserito nel progetto “Memorabilia” e viene indicata la destinazione museale.
Negli stessi anni un intervento curato dalla allora Soprintendenza ai beni artistici e storici mette in luce le decorazioni a fresco di un vano al piano terreno dell’ala nord.
Dopo oltre un decennio di completo abbandono, alle gravissime condizioni di degrado provocato dal collassamento delle coperture, che mettono a rischio le strutture architettoniche e con esse i cicli affrescati trecenteschi già noti, a seguito delle ripetute segnalazioni delle Soprintendenze di territorio e delle organizzazioni politiche e civili, viene stanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali un primo cospicuo finanziamento cui seguiranno, a partire dal 2003, fino al recente riparto dei fondi di cui alla L. 232/2016, ulteriori finanziamenti, in parte assegnati direttamente al Comune di Padova, che a tutt’oggi ammontano complessivamente a oltre 8.000.000 di euro, cui vanno aggiunti 2.000.000 di euro inseriti nella riprogrammazione del Piano strategico Grandi Progetti Beni Culturali di cui al D.M. 29.01.2018, Rep. n. 67 – D.G. 27.02.2018 n. 390.
La Fondazione CARIPARO, con due distinte erogazioni, per un ammontare complessivo di € 780.000, ha finanziato il rilievo strumentale del complesso architettonico e la campagna di scavi archeologici nella Corte maggiore e nell’ala nord.
I lavori progettati e diretti dalla Soprintendenza nel periodo 2006-2009 sono stati indirizzati alla ricostruzione delle coperture dell’intero complesso in consegna, in larga parte collassate, che si estendono per circa quattromilacinquecento metri quadrati (ad esclusione della ex Chiesa dove il restauro della copertura e di parte degli intonaci, unitamente all’oneroso intervento di bonifica da inquinamento industriale, è stata curata dal Comune di Padova). È in quella occasione che sono stati riportati in luce i cicli affrescati trecenteschi del primo piano dell’ala nord che, unitamente a quelli già noti, cui vanno aggiunte le decorazioni dell’ala est, formano il più vasto e significativo ciclo di decorazione civile trecentesca. Con il successivo finanziamento ministeriale, nel periodo 2013-2014 si è dato avvio agli interventi di consolidamento e adeguamento strutturale di parte dei solai e delle strutture verticali delle ali nord e est, ultimati per circa due terzi della estensione, secondo un’ottica di conservazione del palinsesto storico-costruttivo che ha registrato le profonde trasformazioni introdotte da tecniche di carattere innovativo, nel rispetto del programma di futura destinazione museale del complesso.
Il settore nord verso la chiesa di San Tommaso comprende i fabbricati delle celle di isolamento ottocentesche, l’obitorio e il cortile dell’ora d’aria e un fabbricato recente degli anni ‘60-’70 del secolo scorso.
Allo stato attuale, le ali nord e est del complesso Carrarese, che pur essendo oggetto – con le limitazioni del caso e alle sale recanti cicli affrescati – di visite guidate, in occasione delle Giornate del FAI e di altre cadenzate manifestazioni, non sono dotate delle necessarie certificazioni di agibilità e i collegamenti verticali sono a tutt’oggi affidati ai medesimi due gruppi scala che hanno servito la Casa di reclusione. Il piano terreno dell’ala nord, dopo la campagna di scavo che ha portato alla luce i livelli d’uso d’apoca carrarese, non è praticabile essendo ancora in fase di studio una ripavimentazione che permetta di dare un risposta alle esigenze tecnologico-funzionali e di recuperare, nel contempo, i livelli di fruibilità originaria – modificati radicalmente con un generale accrescimento dal Danieletti per la trasformazione a carcere – contestualizzando le testimonianze emerse dell’organismo architettonico carrarese nel sistema di fruizione del palinsesto spazio-strutturale.
Il settore meridionale del complesso, comprende l’ala sud dell’ex Castello, la chiesa ottocentesca e gli edifici giacenti sull’area che dal tratto di mura comunali su cui sorge quest’ultima, si estende fino al perimetro del muro del carcere che lambisce il Naviglio. E’ nell’ala sud che, esaurite le procedure di affidamento, il Comune di Padova, che nel frattempo ha avviato a conclusione con l’Agenzia del Demanio il procedimento di acquisizione del bene attraverso lo strumento legislativo del federalismo demaniale darà avvio ai lavori di restauro e ristrutturazione con destinazione museale dell’ala dedicata alla esposizione della Collezione di design del novecento.
FIGURE (cliccare per ingrandire)
Ultimo aggiornamento
24 Giugno 2021, 17:49