Padova Urbs Picta candidata alla World Heritage List Unesco: tra pochi giorni il verdetto

Si terrà dal 16 al 31 luglio la 44° sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO che decreterà l'iscrizione o meno di Padova Urbs Picta nella World Heritage List.

Data:
15 Luglio 2021

Padova Urbs Picta candidata alla World Heritage List Unesco: tra pochi giorni il verdetto

Padova è con il fiato sospeso: tra pochi giorni sapremo se Padova Urbs Picta, il sito seriale composto da otto luoghi che raccontano la storia della Padova del Trecento a partire da un capolavoro indiscusso come gli affreschi della Cappella degli Scrovegni di Giotto, verrà inserita nella World Heritage List UNESCO, conferendo alla città il titolo di Capitale mondiale della pittura del ‘300.

Si terrà infatti dal 16 al 31 luglio la 44° sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO a Fuzhou (Cina), che esaminerà sia i punti previsti per la sessione del 2020 che quelli il cui esame era previsto nel 2021, tra cui, appunto, Padova Urbs Picta, in programma per il 24 luglio.

Il lungo percorso che ha portato Padova fin qui è cominciato nei primi anni 2000, dopo che il Ministero per i beni e le attività culturali propose la candidatura della Cappella degli Scrovegni alla Lista Unesco; dal 2015 l’allora Soprintendenza per i Beni Storico Artistici per le province di Venezia, Belluno Padova e Treviso (oggi la nostra Soprintendenza), ufficio territoriale del Ministero della Cultura, collabora, come membro del Comitato ufficiale, affinché il sito patavino possa arrivare al titolo finale. Importante è stato anche il contributo dell’Arch. Adele Cesi, dell’Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura, focal point nazionale per la Convenzione sul Patrimonio Mondiale Unesco.

Il sito seriale Padova Urbs picta è costituito dai cicli pittorici ad affresco del Trecento conservati all’interno di otto edifici e complessi monumentali nel centro storico di Padova, suddivisi in quattro componenti, in un’area che nel XIV secolo corrispondeva all’intera superficie abitata all’interno delle mura. Le quattro componenti sono: Scrovegni ed Eremitani, Palazzo della Ragione, Reggia, Battistero e le loro piazze, Cittadella antoniana e San Michele. Si tratta di un complesso di monumenti noto in tutto il mondo, conservato in un territorio in cui la tradizione della pittura murale ad affresco ha radici fino dal X secolo e che ha visto nel Trecento il suo massimo sviluppo: dalla presenza di Giotto in città intorno al 1302 infatti prende avvio una stagione straordinaria di cultura e arte che proseguirà per tutto il secolo caratterizzata da interventi pittorici di raro pregio (https://www.padovaurbspicta.org/).

La candidatura non di un singolo luogo ma di un insieme di realtà è una sfida: non esistono simili realtà e riconoscimenti nella storia dell’UNESCO.

Urbs Picta è una candidatura frutto della sinergia dell’intera città: realtà differenti, pubbliche e private, laiche e religiose, unite insieme per conservare, tutelare, valorizzare e promuovere un patrimonio storico artistico – si legge nelle note ufficiali del Comitato per la candidatura – per poterlo consegnare integro alle generazioni di tutto il mondo.

Questo lavoro e auspicio condiviso ha portato i primi risultati quando, nel 2018, “Padova Urbs Picta, Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” è stata designata dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO come candidatura italiana alla World Heritage List per il 2020.

Lo scorso maggio l’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) rafforza la candidatura, proponendo che i cicli affrescati del Trecento vengano iscritti nella Lista del patrimonio dell’umanità, e fissando dei paletti precisi con le sue raccomandazioni riguardo la gestione e la tutela dei beni.

Sul fronte della tutela, La Soprintendenza, nel suo ruolo istituzionale, dai primi anni 2000 cura il restauro del patrimonio culturale di Padova, grazie a finanziamenti del Ministero della Cultura, tra i quali è sicuramente da ricordare il restauro della Cappella degli Scrovegni, un articolato progetto nell’ambito del quale la Soprintendenza ha fatto parte della Commissione scientifica interdisciplinare per la conservazione e gestione della Cappella, istituita dal Comune di Padova. Il progetto scientifico, nato dalla collaborazione tra Comune, Soprintendenza e Università di Padova, ha mostrato come, nell’ambito della salvaguardia della cappella dell’Arena, si sia passati dai diversi restauri d’emergenza al concetto di tutela programmata e preventiva, per preservare e trasmettere al futuro, anche con l’ausilio della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie, questo straordinario monumento d’arte e di storia, che riveste un valore universale.
L’ultimo restauro importante è stato quello che ha seguito nel 2019,
concluso nel giugno 2020, intervenendo sugli affreschi del Battistero del Duomo, con finanziamento interamente statale, restituendo al palinsesto trecentesco tutto il suo splendore.
Il Battistero è uno degli assi della candidatura a patrimonio dell’umanità del ciclo di affreschi trecenteschi, anello di congiunzione tra il Giotto della Cappella degli Scrovegni e le opere venute nel secolo successivo ad opera di Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Jacopo Avanzi, Altichiero da Zevio, Jacopo da Verona, tutti artisti che rielaborarono in modo autonomo il linguaggio rivoluzionario portato dal grande artista fiorentino.

Manca davvero poco, dunque, per sapere se l’inserimento nella World Heritage List dei “I cicli di affreschi del XIV secolo a Padova” – questa è la classificazione ufficiale UNESCO – farà del Veneto la regione italiana con il maggior numero di siti UNESCO e se Padova possa rappresentare la pittura Trecentesca nel mondo.

Ultimo aggiornamento

29 Dicembre 2022, 15:56