La tomba si data agli inizi del II sec. d.C. ed è riferibile a un individuo adulto di sesso femminile di cui sono stati recuperati in fase di scavo i pochi resti osteologici presenti all’interno della fossa.
La necropoli di San Donato di Lamon rappresenta il più esteso sepolcreto di età romana rinvenuto ad oggi nel territorio bellunese. A partire dal 2000 il sito è stato indagato con regolari scavi archeologici programmati dalla Soprintendenza.
Il restauro è stato realizzato presso il Laboratorio della Soprintendenza, nella sede di Padova, a Palazzo Folco.
Attualmente il bronzetto si trova nel Museo Archeologico Cadorino, Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore, Pieve di Cadore (BL).
Il rinvenimento di un reperto in stato frammentario può fornire una straordinaria occasione per l’osservazione di particolari e di dettagli tecnologici altrimenti non visibili; un caso emblematico è rappresentato dalla fibula, della quale durante le operazioni di restauro, è stato possibile ricostruire la particolare tecnica di esecuzione.
Il coltello è il reperto più significativo della sepoltura, sia per la raffinatezza tecnica con cui è stato realizzato, sia per la sua integrità e completezza.
E' stato restaurato presso il Laboratorio della Soprintendenza.
Proviene dalla vasta necropoli meridionale dell’antica Patavium la tomba 19, datata alla seconda metà del II sec. d.C. riferibile a un bambino di circa tre anni, deposto con il suo piccolo giocattolo.